#26

 

UN MONDO SENZA HULK

 

PARTE PRIMA

 

L’ALBA DI UN NUOVO GIORNO

 

Di Carlo Monni (con il contributo di idee e concetti di Mickey)

 

 

1.

 

 

            Il suo nome è Robert Bruce Banner, Dottore in Fisica Nucleare con buone conoscenze anche di altri campi dello scibile umano.

Fino a poco tempo fa era noto in tutto il mondo principalmente per essere l’alter ego del mostro verde (e talvolta grigio) noto come l’Incredibile Hulk. Quei giorni sono finiti, apparentemente per sempre, dopo che Hela, la Regina dell’Oltretomba Asgardiano, ha cancellato ogni traccia di Hulk dal suo fisico,[1] ma lui sa che quando cose simili gli sono accadute in passato, non sono mai durate molto: Hulk è sempre tornato a perseguitare la sua esistenza.

Sa anche un’altra cosa che nessun altro sa, nemmeno il suo fidato amico di una vita Rick Jones, e quello che sa cambia del tutto la prospettiva delle cose.

Robert Bruce Banner si concede un sorriso soddisfatto.

 

Rick Jones contempla l’orizzonte davanti a lui: deserto a perdita d’occhio. Negli ultimi tempi si è chiesto spesso perché Bruce abbia scelto questo luogo come sede delle sue Banner Enterprises spendendo un sacco di soldi per ristrutturarlo. Rivalsa verso coloro che l’hanno cacciato per anni facendo della loro base la sua? Nostalgia per i luoghi in cui la sua vita è cambiata per sempre? Chi può dirlo? Magari voleva solo stare lontano dalla folla.

E lui? Qual è la sua scusa per aver accettato di affiancarlo? Vuole sinceramente aiutare il suo vecchio amico o cerca solo di dimenticare che Hela ha trasformato sua moglie Marlo in un essere che si è ribattezzato Helasdóttir, ovvero “figlia di Hela”, e che ora è la nuova signora degli inferi norreni? Vorrebbe essere sicuro della risposta.

Una nube di polvere in avvicinamento, un’auto, un fuoristrada per essere esatti. Ma chi può essere così pazzo da venire sin qui senza invito? Non è certo un luogo da picnic. Troppo lontano per un binocolo ma presto sarà a tiro delle telecamere di sicurezza. Forse gli diranno se l’ospite non invitato è qualcuno che conosce.

Rick raggiunge la sala monitor e non appena il volto del guidatore della Grand Cherokee in avvicinamento è inquadrato esclama:

-Che mi venga un colpo!-

 

            Il Centro Medico Militare Nazionale Walter Reed a Bethesda, Maryland, è forse uno dei migliori ospedali dell’intera nazione. Serve non solo le necessità mediche dei membri in servizio delle classiche forze armate, ma anche dei suoi membri in congedo.

            Il Tenente Generale in Congedo Thaddeus E. Ross, meglio noto col nomignolo di Thunderbolt, sta finendo di vestirsi e si appresta a lasciare la stanza di questo prestigioso ospedale in cui ha passato gli ultimi dieci giorni quando un uomo entra dopo un discreto bussare.

-Spero di non disturbarla, Generale.- gli dice.

            Ross ribatte calmo:

-Non sono più un generale, Mister…-

-Sono l’Aiuto Vice Sottosegretario alla Difesa per il Controspionaggio e la Sicurezza Donald F. Anderson.- si presenta l’uomo.

-Umf… la cosa dovrebbe impressionarmi?-

-Non sono qui per impressionarla, ma per farle un’offerta: le interessa tornare a servire il suo paese?-

            Gli occhi di Thunderbolt Ross brillano di evidente interesse quando risponde:

-Possiamo parlarne.-

 

 

2.

 

 

            È Bruce Banner in persona ad uscire per accogliere il nuovo arrivato

-Igor Drenkov!- esclama vedendolo scendere dal SUV -Ma che bella sorpresa! Come mai da queste parti?-

-Sto cercando un lavoro e speravo che tu potessi offrirmelo.- risponde il Russo.

-Ma ci hai presi per scemi?- esclama Rick Jones -Hai tentato di ammazzare me e Bruce ed è colpa tua se Bruce è diventato Hulk.[2] Saremmo pazzi a fidarci di te.-

-Rick ha ragione.- conviene Bruce –Tuttavia, io credo nelle seconde occasioni. La gente cambia e a volte lo fa in meglio. Tu cos’hai da offrirmi Igor?-

-La mia esperienza in fisica nucleare non basta?-

-Non valevi la metà di me a quei tempi e da allora sono migliorato, tuttavia potresti essermi utile per assistermi in alcuni esperimenti che ho in mente. Parliamone.-

            Rick è sconcertato: il suo amico davvero non è più quello di una volta.

 

            In un luogo segreto da qualche parte negli Stati Uniti, una donna dai capelli corvini che indossa un’aderente tunica nera bordata d’oro con spacchi laterali sino alle cosce, guarda dei diagrammi ed alla fine esclama:

-Lo sapevo! Il Procedimento è corretto: il trattamento può funzionare ma manca ancora qualcosa. Per quanto odi ammetterlo, ho bisogno di aiuto e c’è una sola persona che può darmelo. Sarà interessante rivederlo dopo tanto tempo.-

            La Dottoressa Monica Rappaccini, Scienziata Suprema dell’A.I.D.,[3] si lascia sfuggire un sorriso.

 

            Da qualche parte tra l’Arizona ed il Texas una donna dalla pelle verde apparentemente nuda, anche se non è facile capirlo, visto che buona parte del suo corpo è coperto da quelle che sembrano penne, con ali sulle spalle e le gambe sostituite da zampe da rapace, atterra ai piedi di una collina nei pressi di un lago.

            Dopo qualche attimo di esitazione preme un pulsante nascosto ed un portello si apre lasciandola entrare per poi richiudersi alle sue spalle subito dopo.

            La donna in forma d’arpia fa ancora qualche passo, poi si agita come se avesse ricevuto una scarica elettrica. Cade in ginocchio sul pavimento mentre il suo corpo cambia: le ali si ritraggono sino a scomparire e così le piume, la pelle assume un normale colorito roseo e i capelli diventano castani.

-Quando finirà quest’agonia?- borbotta rialzandosi -Quando?-

-Forse io posso aiutarla, Mrs. Banner… o preferisce che la chiami Miss Ross?-

            La donna, che è effettivamente nuda, cerca di coprirsi come meglio può mentre si volta verso l’intruso ed esclama:

-Tu? Come hai fatto ad entrare qui? Cosa vuoi?-

            L’uomo dalla pelle verde e dalla testa sproporzionata sorride e replica:

-Ho i miei metodi. Quanto a cosa voglio… io posso aiutarla a controllare le sue trasformazioni e anche di più.-

-Come posso fidarmi di te?-

-Temo, mia cara Betty… posso chiamarti Betty, vero?, in fondo siamo vecchi amici… che tu non abbia altra scelta che seguire il Capo.-

 

 

3.

 

 

            Thunderbolt Ross è già stato varie volte al Pentagono ma raramente in quest’ufficio. Il Segretario alla Difesa in persona lo accoglie con un classico sorriso da politico navigato.

-Bentornato tra noi, Generale Ross. Conosce già il Segretario dell’Aviazione, il Capo degli Stati Maggiori Riuniti,e il Direttore della D.I.A.?-

-Il Segretario non lo conosco, ma con gli altri due ci siamo incontrati qualche volta prima del loro attuale incarico.- borbotta l’anziano ufficiale dell’Aviazione a riposo, stringendo loro la mano.

-Si sieda, Generale.- lo invita il Segretario -Come lei sa, è in mio potere richiamare o trattenere in servizio un ufficiale del suo grado sino al compimento del sessantaseiesimo compleanno.-

-Temo che quella data sia comunque vicina… e comunque io sono stato congedato con disonore.-[4] commenta Ross.

-Questo ha scarsa importanza perché quello che le offro è un posto da consulente civile per l’Intelligence.-

-Non capisco perché proprio a me. Io sono sempre stato un uomo d’azione. Il mio ex genero Glenn Talbot era un uomo dell’Intelligence, ma io non ci capisco niente.-

-Non si sottovaluti, la prego. Lei è forse l’ufficiale che ha affrontato più crisi connesse alle attività dei superumani.-

-Un superumano in particolare: Hulk.-

-Ovvero suo genero Bruce Banner. Avrà sentito che afferma che Hulk non esiste più.-

-L’ho sentito dire troppo spesso per crederci veramente. Quel mostro trova sempre un modo per ritornare.-

-Ed è per questo che abbiamo bisogno della sua esperienza, che ne dice?-

-Che l’offerta mi tenta.- è la risposta di Ross.

 

            L’uomo che il Mondo conosce come il Capo offre ad una perplessa Betty Ross Banner una tuta da indossare.

-Prometto che non guarderò.- dice sorridendo e voltandosi ostentatamente.

-Tanto non durerà.- commenta amaramente Betty -Non passerà molto tempo prima che… che lei ritorni.-

-Lei… non riesci nemmeno a pronunciare il suo nome: l’Arpia.-

-L’Arpia. Soddisfatto?-

-Lo sarò ancora di più quando ammetterai che tu e lei siete una sola persona.-

            Betty tace pensierosa. Alla fine dice:

-Quando divento lei, i miei pensieri si fanno nebulosi e c’è solo una rabbia cieca, una furia terribile che deve essere sfogata in qualche modo. Devo far del male a qualcuno.-

-E questo come ti fa sentire?-

            Ancora una volta Betty riflette in silenzio per poi rispondere:

-Bene. Mi piace, mi esalta… poi avviene la trasformazione e quando torno normale sento i sensi di colpa assalirmi.-

            Il Capo sogghigna, poi chiede:

-Cosa ricordi di come è cominciata?-

-Ricordo di essermi svegliata in questo posto. Ero in una specie di sarcofago che si è aperto ed io ne sono uscita. Ho fatto pochi passi e la trasformazione si è innescata: sono diventata l’Arpia. Da allora le trasformazioni si sono fatte più frequenti ed io rimango… normale per sempre meno tempo. Lo so che presto ci sarà solo l’Arpia.-

-Un effetto collaterale del siero del Dottor Zola, indubbiamente.- commenta il Capo.

-Cosa? Di che parli?- chiede una perplessa Betty.

-Dovresti chiederlo a tuo padre. È lui che ha fatto un patto col Diavolo, ovvero il folle genetista Arnim Zola per una cura che ti guarisse dall’avvelenamento da radiazioni indotto da Abominio. Una cura che aveva solo il 10% di probabilità di riuscita e che ha avuto successo ma non senza effetti collaterali.-[5]

-Mio padre?-

-Ha messo in gioco la sua stessa carriera per te. È stato lui a portarti qui di nascosto. A proposito, sai cos’è questo posto?-.

-Sono la figlia di un militare, so riconoscere un bunker antiatomico. Ne costruirono parecchi negli anni '50 e questo è pieno di riserve di cibo ed acqua da bastare per mesi, per mia fortuna.-

-A questo punto, è il momento che ti faccia la domanda fatale: vuoi che ti aiuti, Betty?-

-Mi libereresti dell’Arpia? E a che prezzo? Tu non sei uno che fa nulla per nulla.-

-Mi basterà la soddisfazione di riuscire dove altri hanno fallito, mia cara Betty. E comunque non farò nulla di così banale come liberarti semplicemente dell’Arpia...-

-Cosa intendi dire?- esclama Betty mentre sente un’ormai familiare sensazione percorrerle la spina dorsale: la trasformazione è imminente.

-Che intendo liberare il tuo pieno potenziale. Sarai ciò che sei nata per essere.-

            Betty Ross sente una cortina verde calarle sugli occhi. Nella sua mente fluttuano immagini che farebbero impallidire suo padre e suo marito. La sua voce ha un tono cattivo mentre dice:

-Procedi.-

 

                Bruce Banner siede nel suo studio riflettendo. Finora tutto sta andando come previsto. L’arrivo di Drenkov è stato decisamente tempestivo Gli sarà utile per certi esperimenti che ha in mente e che forse il buon Rick non approverebbe, ma per il suo stesso bene, non ha bisogno di sapere proprio tutto.

            Improvvisamente gli sembra che delle luci gli danzino davanti agli occhi. Bruce si toglie gli occhiali e sbatte gli occhi ma le luci si fanno più forti e l’aria crepita di elettricità.

-Una qualche forma di teletrasporto.- deduce. -Devo commissionare al più presto ad un inibitore di teletrasporto.-

            Davanti a lui si materializza la figura di una donna dai capelli corvini che indossa una tunica nera bordata d’oro. Ai suoi lati due uomini armati vestiti con tute nere simili a quelle dell’A.I.M.

-Ciao Bobby.- dice -Ne è passato di tempo.-

-Monica!- esclama lui sorpreso -Che curiosa coincidenza. Ti ho rammentato giusto l’altro giorno in TV.-[6]

-Ho visto la trasmissione. Sei stato un vero gentiluomo a non dire che sono una terrorista ricercata in tutto il mondo.- commenta Monica Rappaccini.

-So essere discreto, quando voglio, e ho una certa comprensione per chi è braccato dalla cosiddetta giustizia. In ogni caso, potevi evitare di portarti dietro i tuoi scagnozzi. Non sono più tanto pericoloso da quando non sono più Hulk.-

-Una ragazza deve essere prudente, quando va ad incontrare uno come te non credi, Bobby?-

-Non chiamarmi Bobby. Un tizio che detesto[7] mi chiamava così e non mi piaceva. Chiamami Bruce o anche Joe se preferisci, ma non Bobby.-

-Come preferisci, Bobby… Bruce.-

-Se sei qui per reclamare la tua parte dei profitti dei brevetti che mi hanno reso ricco, potevi usare un sistema meno teatrale.-

-Ma io amo la teatralità, Bobby, dovresti saperlo. Era una delle cose che ti piacevano di me quando eravamo all’università.-

-Non solo quella...- ammette Bruce -Non solo quella. Cosa vuoi davvero da me, Monica? Vuoi rapirmi per qualche oscuro piano dell’A.I.D.?-

-Voglio il tuo aiuto, Bruce.-

            Bruce Banner rimane interdetto per un attimo, poi scoppia a ridere.

-Ti sembra così divertente, Bobby?- ribatte la Rappaccini, sorpresa.

-Beh, mi scuserai Monica ma tu che chiedi aiuto… cosa c’è: vuoi una consulenza per realizzare una superbomba nucleare?-

            C’è uno strano sguardo nel volto della donna, un’esitazione nel rispondere come se le costasse fatica dire quello che sta per dire. Aziona un congegno e subito sulla scrivania di Bruce appare l’ologramma di una ragazza dai capelli verdi che indossa una tuta dello stesso colore.

-Questa ragazza sta morendo per una degenerazione cellulare. Non rimane molto tempo per salvarla. So come curarla, ma non posso farcela da sola e solo tu puoi aiutarmi.-

-Tu sei la donna più amorale ed egoista che abbia mai conosciuto, Monica.- ribatte Bruce –Perché dovrebbe importarti se questa ragazza vive o muore? A meno che…-

-È mia figlia.- ammette, infine, Monica.

-Tua figlia sì. Vedo la somiglianza. Non capisco, però, perché solo io potrei aiutarla.-

-È anche tua figlia Bruce.-

            Lui tace. Non è sorpreso dalla rivelazione. Aveva fatto un rapido calcolo sull’età apparente della ragazza. Monica aveva lasciato l’università improvvisamente ed ora la cosa ha assunto un senso diverso.

-Mia figlia.- mormora, poi guarda la donna davanti a sé e le dice -Ti aiuterò.-

 

 

4.

 

 

            Rick Jones non riesce a dormire. Forse sono i pensieri cupi sulla moglie perduta a tenerlo sveglio o forse è l’istinto affinato da anni di frequentazioni coi più disparati supereroi, o forse è ancora altro.

            Osserva il marchio sul palmo della sua mano destra, il segno del potere cosmico di origine ignota chiamato Starbrand. Mefisto lo aveva concesso temporaneamente a Bruce per sconfiggere Hela e la sua progenie ma dopo che quello scontro si era concluso il marchio era apparso nella mano di Rick.[8]

            Per buona parte della sua vita Rick ha desiderato essere un supereroe e per qualche breve periodo lo è anche stato, tuttavia negli anni ha imparato una cosa: uno come Mefisto non fa mai un dono senza uno scopo e quale che sia questo scopo, non può essere nulla di buono. Non ne ha parlato a Bruce. Per qualche motivo che non sa spiegarsi è riluttante a farlo.

            Inutile tentare di addormentarsi, pensa, forse l’aria del deserto gli farà bene: gli schiarirà le idee forse e sa il cielo se non ne ha bisogno.

            Esce dal suo alloggio, un vero miniappartamento, e percorre il corridoio sino all’uscita. Lo sguardo gli cade sulla porta dell’ufficio di Bruce. Filtra della luce, è ancora sveglio anche lui? A cosa starà lavorando?

            Improvvisamente dall’ufficio proviene una specie di lampo seguito da un rumore simile ad un boom sonico.

            Rick si precipita alla porta e urla:

-Bruce, ci sei? Rispondi!-

            Il giovane prova ad aprire la porta ma è chiusa dall’interno.

-Maledizione!- borbotta.

            La sua mano s’illumina ed un fiotto di energia colpisce la serratura facendola saltare.

-Che mi venga…!- esclama Rick non troppo sorpreso.

            Si affretta ad entrare ma lo studio è vuoto.

-Ok… qui sta decisamente succedendo qualcosa di strano.- commenta tra sé -In che guaio ti sei cacciato stavolta, Bruce?-

 

            Un lampo di luce e quattro figure si materializzano altrove.

-Dove siamo?- chiede Bruce Banner.

-Nel Quartier Generale segreto dell’A.I.D.- risponde Monica Rappaccini -Non chiedermi di più.-

-Altrimenti dovresti uccidermi, giusto?- ribatte Bruce -Non è così che si dice in questi casi?-

            Lei lo guarda con uno strano sorriso e replica:

-Indubbiamente sei cambiato dai tempi dell’università, Bruce.-

-In molti più modi di quanto tu potresti pensare, Monica, puoi credermi. Ora possiamo parlare del motivo per cui mi hai portato qui, ovvero la figlia di cui mi hai nascosto l’esistenza e che sta morendo?-

            Per la prima volta Bruce Banner è certo che la donna davanti a lui è imbarazzata.

-Fuori di qui.- intima alle sue guardie.

            Dopo che gli uomini in nero sono usciti chiudendosi la porta alle spalle, Monica chiede:

-Cosa vuoi sapere?-

-Tutto. Comincia dall’inizio.-

-Quando mi accorsi di essere rimasta incinta, ero certa di una cosa: un bambino era un ostacolo per i miei progetti.-

-Viva la sincerità. Mi chiedo, allora, perché tu non abbia abortito.-

-Me lo sono chiesta anch’io. Residuo dell’educazione cattolica forse?-

-Vai avanti.-

-Poco dopo la sua nascita, detti in adozione la bambina. Mi stavo apprestando a lasciare gli Stati Uniti quando fui avvicinata da un uomo, il Conte Bornag Royale, vice presidente dell’A.I.M.-

-Ci mancavano giusto loro.-

-All’epoca l’A.I.M. era la facciata rispettabile dell’Hydra, una società specializzata in alta tecnologia che in realtà era la divisione scientifica dell’organizzazione di Strucker. Una delle teste dell’Hydra, se mi permetti il paragone.-

-Conosco la storia. Ho contribuito a schiacciare una di quelle teste, l’Impero Segreto, parecchi anni fa. Non che all’epoca lo sapessi o m’importasse granché.[9] Vai avanti.-

-Uno dei progetti a cui lavorai riguardava la creazione di superumani tramite un virus mutageno che fu iniettato a delle inconsapevoli cavie: dei bambini.-

            Sul volto di Bruce Banner si dipinge un’espressione a metà tra il disgusto e lo stupore.

-Ora stai per dirmi che una delle cavie era tua… nostra figlia.-

-Non giudicarmi. Io scoprii solo molto tempo dopo che anche lei era tra i selezionati.-

-Avrebbe fatto differenza se lo avessi saputo?-

            Monica Rappaccini non risponde e prosegue il suo racconto con voce priva di emozioni:

-Il virus era predisposto per attivarsi una volta che i soggetti avessero raggiunto la pubertà e così accadde. Purtroppo qualcosa andò storto ed i soggetti morirono tutti uno dopo l’altro. Tutti tranne una.-

-Lei.- puntualizza Bruce -Non so nemmeno il suo nome.-

-Io la chiamai Thasanee ma i coniugi che l’adottarono, si chiamavano Black, le dettero un altro nome: Carmilla.-

-Che ne è stato di loro?-

-Quando l’A.I.M. seppe che lei era l’unica ad essere sopravvissuta e che aveva anche sviluppato dei superpoteri mandò un commando ad uccidere i genitori e rapirla. Lei però sfuggì alla cattura e sparì.

            Sul volto di Bruce ora c’è un sorriso maligno.

-Vuoi dire che una ragazzina di… quanto: 14/15 anni?... l’ha fatta in barba a voi geni dell’A.I.M.? Questa sì che è bella.-

-La cercammo dappertutto, ma lei era brava a nascondersi. Si spostava continuamente e quando arrivavamo in un posto dove era stata, lei era già andata via.-

-Sembra la trama di un serial televisivo.-

-Quando scoppiarono le guerre intestine all’A.I.M. la cosa passò in secondo piano, ma io non la dimenticai. Dopo aver fondato l’A.I.D., usai tutte le risorse che avevo a disposizione per trovarla e finalmente ci riuscii.

-E che accadde?-

-Le rivelai chi ero e la convinsi ad unirsi a me, le promisi che le avrei insegnato a gestire i suoi poteri.-

-A proposito: quali sono?-

-In parole povere: è immune a qualunque tossina e a qualunque tipo di radiazione. Il suo sistema linfatico produce una gran varietà di sostanze chimiche che lei è in grado di rilasciare attraverso il braccio sinistro. In più ha una notevole resistenza fisica. All’inizio era incapace di gestire i suoi poteri, ma sotto la mia guida ne ha acquisito il controllo assoluto e, grazie anche ad un severo allenamento fisico, ora è la mia più fidata collaboratrice. Il suo nome in codice è Scorpia.-

-Quindi sa che sei sua madre... e di me cosa sa?-

-Nulla. Non era necessario che sapesse.-

-Grazie tante. E adesso parlami del suo problema.-

-La stessa cosa che l’ha potenziata la sta uccidendo. È una forma di degenerazione cellulare e da qui a pochi mesi la ucciderà. Ho fatto vari tentativi per salvarla ed alla fine ho sintetizzato un composto ricavato da un campione del tuo DNA che mi sono procurata[10] e ne ho ricavato un antidoto. Peccato che non riesca a stabilizzarlo. La stessa immunità naturale di Thasanee ne contrasta l’azione. Solo il massimo esperto mondiale in radiazioni può aiutarmi prima che sia troppo tardi.-

-Sembra incredibile, ma direi che t’importa davvero di lei.-

-È mia figlia, è così strano?-

-Per te? Non farmi rispondere. Piuttosto, mettiamoci al lavoro.-

            Monica non gli ha detto tutto, questo per Bruce è evidente, ma non è il momento di preoccuparsene. Ha appena scoperto di avere una figlia. Non lascerà che muoia senza fare qualcosa per impedirlo. Non fallirà con lei come ha fallito con Betty.

 

            In California non è ancora così tardi come in New Mexico e lo psichiatra Leonard Samson è ancora ben sveglio. Molte cose si possono dire di Len Samson ma non che sia un tipo ordinario. Se non bastasse il suo fisico che farebbe morire d’invidia un culturista, i suoi capelli verdi toglierebbero ogni residuo dubbio.

            L’uomo che chiamano semplicemente Doc Samson ha visto molte cose da quando un’irradiazione di raggi gamma lo ha reso quello che è ora e non si spaventa e nemmeno si sorprende facilmente, per questo, quando sente battere alla sua porta la apre senza farsi troppe domande.

            Un attimo dopo un giovane afroamericano gli piomba letteralmente addosso borbottando:

-Aiutami Doc, aiutami.-

            Come abbiamo detto, Doc Samson non è il tipo che si sorprende facilmente, eppure, mentre sostiene il giovane che gli sviene tra le braccia ed ha l’occasione di guardarlo finalmente in faccia, sul suo volto si dipinge un’espressione di autentico stupore. Dalle sue labbra esce un’esclamazione:

-Jim Wilson!?-

 

 

5.

 

 

            Rick Jones vola nei cieli del New Mexico. Non è una sensazione nuova per lui: l’ha già provata in passato, quando possedeva una delle Nega-Bande del suo rimpianto amico Mar-Vell[11] e ne condivideva con lui il potere. Quei giorni sono passati ma a quanto sembra, volare è come andare in bicicletta: una volta imparato, non si dimentica più.

            Stavolta a sostenerlo è il potere del misterioso marchio sulla sua mano destra. Non gli ci è voluto molto a capire che funziona grazie alla forza di volontà: ha dovuto solo desiderare di volare ed eccolo in volo.

-Di Bruce, nessuna traccia.- borbotta tra sé e sé Rick -Come faccio a trovarlo? Uno scienziato del suo calibro troverebbe un sistema per ritrovare le tracce dell’energia rilasciata dal teletrasporto o qualcosa di simile ma io…-

            Il marchio sul palmo della sua mano si illumina di colpo e Rick non tarda a capire:

-Puoi farmi da navigatore, vecchio mio? Perché no, cos’ho da perdere? Su, indica al buon Rick la strada per ritrovare il suo vecchio amico.-

 

            Il vecchio amico in questione sta cercando di rimanere impassibile mentre nella stanza in cui si trova entra una ragazza che dimostra a malapena 18 anni. Bruce Banner ha sempre cercato di controllare le sue emozioni, Joe Fixit aveva la migliore faccia da poker dell’Universo conosciuto, Hulk Spacca era un libro aperto e il Selvaggio non sapeva nemmeno cosa fossero le inibizioni. E lui?

            Bruce non può fare a meno di chiederselo mentre osserva la giovane che dovrebbe essere sua figlia. La somiglianza con Monica Rappaccini è innegabile, ma non riesce ad evitare di cercare in quel volto qualcosa di se stesso o magari di sua madre o, Dio non voglia, di suo padre.

            Lei, da parte sua, è chiaramente a disagio davanti a quell’esame.

-Cosa succede?- chiede a Monica -Perché mi hai fatto venire qui? Chi è quest’uomo? Non sembra uno dei tuoi soliti scienziati pazzi, anche se mi è familiare.-

-Si chiama Banner, Dottor Robert Bruce Banner ed è qui per aiutarti, Thasanee.-

-Banner?- esclama la ragazza -Quel Bruce Banner? L’uomo che si trasforma in Hulk?-

-Che si trasformava in Hulk.- precisa Bruce -A quanto sembra, sono stato curato.-

-Curato? Come?-

-Mi crederesti se ti dicessi che è stata un’entità ultraterrena?-

-Non credo nelle entità ultraterrene.-

-Nemmeno io, anche se ne ho incontrata personalmente qualcuna. Ma lasciamo perdere questo adesso. Tua madre mi ha portato qui perché ti aiutassi a risolvere il tuo… problema.-

-Il mio problema? Intende dire la degenerazione cellulare che mi sta lentamente uccidendo? Chiami le cose col loro nome, per favore.-

            Bruce si lascia sfuggire un sorriso. Quella ragazza gli piace davvero.

-Come desideri. Anch’io odio le ipocrisie in fondo.- le replica.

-Ma perché lei?- ribatte la ragazza -Perché un fisico nucleare potrebbe riuscire a salvarmi?-

            Ottima domanda e c’è un solo modo per risponderle:

-Pare che nei miei geni ci sia qualcosa in grado di salvarti.-

-Nei suoi geni? Ma perché? A meno che… a meno che…-

            Ragazza sveglia, pensa Bruce.

 

            La donna all’interno dello vasca dovrebbe essere morta e lo sa. Le è stato detto che se è viva lo deve a suo padre, ma il prezzo pagato è stato alto. Betty Ross Banner, ora nella forma dell’Arpia, ne è consapevole e spera che il Capo sia davvero in grado di aiutarla. Ma vuole davvero rinunciare ad essere l’Arpia? La debole Betty lo vuole, ma lei?

            Il Capo le sorride mentre le chiede:

-Pronta al cambiamento, Betty?-

            Lei digrigna i denti e risponde:

-Se fai qualcosa di storto, ti uccido.-

            Samuel Sterns rimane impassibile e preme un pulsante.

-Farà un po’ male all’inizio.- dice.

            La vasca si riempie rapidamente di uno strano liquido. Il corpo dell’Arpia è attraversato da ondate di un dolore indescrivibile. L’essere verde si agita ed urla mentre muta trasformandosi in Betty Banner, poi muta ancora in una donna dal fisico statuario, la pelle e gli occhi rossi che mandano lampi brillanti, poi ecco un‘altra mutazione ora: è meno muscolosa, ma più alta e la sua pelle è di un verde chiaro e brillante, quasi fosse composta di smeraldi, i capelli sono, invece, di un verde scurissimo e sono così lunghi da scenderle lungo tutta la schiena e sul petto come una versione verde di Lady Godiva.

            Infine tutto finisce e la donna che era stata Elizabeth Ross emerge dalla vasca e si rivolge al Capo:

-Avevi detto che avrebbe fatto male solo all’inizio.-

-Davvero? Devo essermi sbagliato, non sono infallibile.-

-Avevi anche detto che mi avresti fatto tornare normale.-

-Non l’ho mai detto: ho affermato che avrei liberato il tuo pieno potenziale ed è esattamente quello che ho fatto. Non senti il cambiamento che è avvenuto in te? Il potere che ti scorre nelle vene? Ora sei davvero quello che sei nata per essere, Betty: padrona del tuo destino in maniera completa e totale.-

-Sì, è vero: lo sento. La mia mente non è mai stata così chiara. Per la prima volta mi sento davvero viva.-

            Il Capo sorride e le porge dei vestiti neri.

-Indossalo. Per quanto possa avere i suoi lati positivi per chi ti guarda, andartene in giro nuda è decisamente poco pratico. Questo costume è fatto di molecole instabili e si adatterà automaticamente a tutti i tuoi cambiamenti.-

            La donna verde comincia a vestirsi senza mostrare il minimo imbarazzo nei confronti dell’uomo davanti a lei.

-Cambiamenti?- chiede mentre si infila gli stivali -Quali altri cambiamenti ci sono?-

            Ha appena finito di parlare che qualcosa accade: dalla sua schiena si dipartono delle ali e le unghie delle sue mani mutano in artigli.

            Betty spalanca la bocca dalla sorpresa ed esclama:

-Cosa? Io non voglio…-

            Le ali si restringono sino a scomparire e così gli artigli.

-Capisco.- mormora lei sorridendo.

-Ed è solo l’inizio.- spiega il Capo -Se me lo consentirai, ti guiderò nell’uso dei tuoi poteri e poi passeremo alla fase successiva.-

-E sarebbe?-

-Il dominio del Mondo. Ci sono altri obiettivi più degni?-

            La donna che era stata Betty Ross piega le labbra in un sorriso maligno ed infine dice:

-Mi piace.-

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Continuano qui le trame lasciate in sospeso dalla precedente gestione e non solo. Ci sono autori che quando arrivano su una serie fanno piazza pulita del precedente status quo e ricominciano da capo. Io non sono di quel genere.

            Ma andiamo con ordine:

1)    Monica Rappaccini è un personaggio creato da Fred Van Lente & Leonard Kirk su Amazing Fantasy Vol. 2° #7, datato giugno 2005, ed introdotto in MIT dal sottoscritto in Marvel Knights #46. Si tratta di una scienziata italiana esperta in biochimica e biofisica che per un certo tempo ha studiato negli Stati Uniti assieme a Bruce Banner, con cui ha anche avuto una breve relazione. In seguito è entrata nell’l’A.I.M. ed ha lavorato anche con MODOK, per poi uscirne e fondare l’A.I.D. ovvero l’Advanced Idea Destruction, Avanzate Idee di Distruzione che si è scontrata in varie occasioni con i Vendicatori Segreti.

2)    Carmilla Black, alias Thasanee Rappaccini, alias Scorpia, ha fatto la sua prima apparizione MIT su Vendicatori Segreti #23. Le differenze con la sua omologa inventata da Fred Van Lente & Leonard Kirk sempre su Amazing Fantasy Vol. 2° #7 sono minime. Una è che il suo nome in codice: non è Scorpione ma Scorpia per evitare confusioni con l’omonimo avversario dell’Uomo Ragno. Il nome «Scorpia», invece, era libero dopo che la precedente è stata uccisa su Ragno Nero #3.

3)    Jim Wilson è uno degli storici amici di Hulk, creato da Roy Thomas & Herb Trimpe su Incredible Hulk Vol. 1° #131, datato settembre 1970. È apparentemente morto su Incredible Hulk Vol. 1° #420, datato agosto 1994. In realtà, gli scienziati dell’organizzazione nota come Pantheon gli hanno iniettato segretamente una soluzione derivata dal sangue di Hulk che gli ha salvato la vita ma lo ha anche trasformato nella creatura chiamata Hulk Rosso, come rivelato in Vendicatori Costa Ovest MIT #35.

            Nel prossimo episodio: Bruce Banner affronta uno dei più delicati compiti della sua vita: salvare la vita della figlia di cui ha appena appreso l’esistenza. Nel frattempo, quali saranno le scelte di Thunderbolt Ross? Cosa è diventata sua figlia Betty? Che ne sarà di Jim Wilson?

            Restate con noi se volete almeno qualche risposta.

 

 

Carlo



[1] Nell’episodio precedente.

[2] Nell’ormai classico e leggendario Hulk Vol. 1° #1 (Prima edizione italiana su Uomo Ragno, Corno, #55/56).

[3] Avanzate Idee di Distruzione.

[4] Come visto in Hulk #14.

[5] Vedi Hulk #16.

[6] Su Avengers Icons #44.

[7] Paride del Pantheon.

[8] Sempre nell’episodio precedente.

[9] Su Tales to Astonish #81/85 (In Italia su Uomo Ragno, Corno, #82/84 e Fantastici Quattro, Corno, #49)

[10] Rubato in Vendicatori Segreti #23.

[11] L’originale Capitan Marvel.